mercoledì 16 febbraio 2011

UN BERLUSCONI AL GIORNO TOGLIE LA NOIA DI TORNO

Da piazza a piazza

Vola, la sciarpa bianca vola. L'onda lunga delle donne padrone della piazza non si ferma. Festose, sorridenti, danzanti, tutto sommato ben vestite, truccate e curate. Come la leader-signora che da Lerner sfoggiava un accento decisamente snob. Radical-scic le ha definite la Gelmini, donna con merito in carriera. Per quanto riguarda le promotrici non pensiamo sia molto lontana dal vero: con le attrici e attricette di secondo piano in primo piano (Cristina Comencini, lei regista, Angela Finocchiaro, Lunetta Savino, Sabrina Impacciatore, la "barbaresca" e nobile della Rovere...), gongolanti per quella visibilità e quell'ascendente che non sempre riescono ad ottenere rispetto alle platee di spettatori. Cambiano le modalità, cambiano i colori, ma l'obiettivo rimane noiosamente lo stesso. Prima i girotondini, adesso il coro dell'"adesso!", l'altro ieri il "popolo" viola, ieri la sciarpa bianca. Ma invertendo l'ordine dei fattori il prodotto non cambia in un B-B-B-Balbettio contro il B-B-B-Berlusconi. Lui, sempre lui, l'uomo, che certamente un'icona non è e che avrebbe imposto il regime.
Ma ci sono altre piazze, altre manifestazioni che ci fanno capire cosa significa lo stato di regime. Basta guardare alle piazze del Nord-Africa: esasperazione, disperazione, pianti, urla, sangue... e le vittime innocenti. Anni luce distanti dalle nostre moltitudini colorate e libere di liberarsi. Per loro e nostra fortuna di cittadini, figli di una democrazia. Una democrazia malata, pur sempre una democrazia. Con un ulteriore insegnamento che viene ancora dalla piazza del Cairo, dove i manifestanti si sono messi scopa e paletta, vernice e pennello a ripulire dopo il "grande urlo". Mentre da noi, dal vertice alla periferia, dal nord al sud l'immondizia (anche quella che dovrebbe finire nei cassonetti) ristagna e marcisce. Alla faccia del bianco.

lunedì 14 febbraio 2011

CI PIACE NON CI PIACE

Matteo Renzi

Sembrerebbe, almeno fino ad ora, uno dei pochi visi nuovi presentabili. Una sorta di alieno nel panorama politico dei "sempreappassiti". E' Matteo Renzi, detto il "rottamatore", una specie di "terminator" piombato da Firenze nel pantano della sinistra italiana: "... il centrosinistra non sembra capace di reagire. I nostri sembrano in bambola. Li senti parlare in slang politichese puro e ti verrebbe da chiamare un dottore per chiedere: "Scusa ma a questi l'anestesia quando finisce? Quando si svegliano davvero?". Che il centrosinistra viva una fase di lontananza dalla realtà è cosa nota e risaputa, purtroppo. Basta che i vertici appoggino un candidato nelle primarie locali per farlo perdere... davanti ai giornalisti il ritornello è sempre quello: "Gli elettori non ci hanno capito". Non ti hanno capito loro? Sei tu che vivi in una bolla separata dalla realtà". Matteo Renzi è giovane, ha una faccina levigata e sbarazzina, forse da toscano verace eccede nelle battute, scadendo a volte nella commedia dell'arte alla Benigni. Ma se ti guardi in giro è un'autentica promessa, una delle poche in grado di gettare, nel suo campo, il guanto di sfida a quelli che chiama i "talebani dell'ortodossia". I veterocomunisti che esistono ancora, pure se imbellettati. Eretico al punto da andare perfino nella tana dell'orco, ad Arcore. A colloquiare con il cavaliere. Vuoi vedere che il ragazzino ha capito che per battere Berlusconi non è sufficiente svillaneggiarlo? E che per battere un avversario è saggio quanto meno conoscerlo? Piuttosto che rappresentarlo secondo le proprie livorose frustrazioni?

UN BERLUSCONI AL GIORNO TOGLIE LA NOIA DI TORNO

Le donne in piazza

Se c'è un paese nel panorama occidentale, non di certo il solo,dove le donne hanno il sacrosanto diritto di manifestare questo è l'Italia. L'Italia squinternata e squilibrata del post-duemila. Dunque se "non ora quando?". "Adesso?".
Decisamente no: sempre, in ogni momento, ma non adesso. Le piazze colorate e festanti delle donne, vagamente carnascialesche, scese in strada a "dimostrare", non era una piazza votata a legittime rivendicazioni femminili (meglio che femministe); era una piazza politicizzata, anche senza bandiere, che scendeva in campo unicamente contro un solo uomo: Berlusconi. Non additato soprattutto come il principe dei satiri (il che è ancora tutto da dimostrare), ma come uomo politico da abbattere. Era una piazza "inquinata" dalla presenza dei leader-ameba della sinistra, in funzione di "accompagnatori", con l'alibi di essere venuti al guinzaglio delle mogli.  Una piazza che ha perso una grande-enorme-sesquipedale occasione risoltasi in uno spettacolo moralmente triste. Proprio da parte di chi rivendicava il primato dell'etica. Nell'ennesima strumentalizzazzione della donna. Questa volta non in quanto corpo, ma in quanto mente pensante. Pertanto ancora più grave. Senza per questo voler fare nessuno sconto ad un capo di governo, che si confessa "peccatore", ma che non fa nulla per non farsi sorprendere a rubare il barattolo della marmellata. In compagnia delle sue "berluscognotte": un pò berlusconiane, un pò gnocche, un pò mignotte (ma anche in questo caso è ancora tutto da dimostrare).
L'Italia è diventata lo zimbello del mondo? Vero.
Grazie ad una serie di infrazioni colpose della segretezza, grazie ad una campagna mediatica che, comunque possa finire questo ennesimo  squallido capitolo della nostra storia, avrà ottenuto il fine che si perseguiva. Il più colossale sputtanamento di un capo di stato e con lui quello di un intero attonito Paese.